la vera storia di vegeta e bulma, è raccontato tutto pure quando vegeta va a letto con bulma

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piepie96
view post Posted on 7/5/2009, 12:27




Era già da un po’ di tempo che Vegeta si era stabilito ad abitare alla Capsule Corp., insieme a Bulma e ai suoi genitori. Lui era contento di questa sistemazione: aveva vitto e alloggio gratis, e in più poteva allenarsi nella gravity room. Doveva assolutamente diventare più forte. Doveva battere Kaaroth.
Lui era il principe dei Saiyan! Nessuno poteva essere più forte di lui.
Era questo quello a cui pensava tutto il giorno. Nient’altro.
Interrompeva il suo allenamento solo quando si trattava di mangiare, ma anche in queste pause non è che prestasse molta attenzione ai padroni di casa… Con grande dispiacere di Bulma.
Ormai loro si erano rassegnati al fatto che il loro coinquilino non fosse un gran chiacchierone (diciamo che non spiaccicava parola) ma tentavano sempre di aprire un dialogo con lui.
“Certo che quel ragazzo è proprio antipatico, non credete anche voi?” disse Mr. Brief un giorno, dopo che Vegeta era andato ad allenarsi dopo aver pranzato.
Bulma lo guardò.
“Non è vero, si comporta così solo perché non è abituato a vivere con altre persone in questo modo… Lui è sempre in guerra con tutti… E’ stato educato così fin da quando era piccolo.”
“Ehi, tesoro” disse sua madre ridendo “Non è che quel ragazzo ti piace? In fondo è davvero carino…”
“Ma che cavolate stai dicendo! Non potrei mai innamorarmi di uno come lui.” rispose lei, e poi se ne andò.
Si irritava sempre quando facevano queste insinuazioni.
Quel pomeriggio i genitori di Bulma partirono per un viaggio di lavoro.
“Andiamo via per un paio di giorni. Così ti lasciamo campo libero con Vegeta…”
Le disse la madre, avvicinandosi a lei e facendole maliziosamente l’occhiolino.
Bulma arrossì e si arrabbiò e tirando una manciata dei pop-corn che stava mangiando si mise a urlare:
“Insomma! La vuoi piantare! A me non interessa affatto quello lì! Non prova alcun sentimento per nessuno tranne l’odio! E voleva ucciderci! IO LO DETESTO!!! La vuoi capire?!”
L’espressione della sig.ra Brief era cambiata. Il suo viso aveva improvvisamente assunto un’aria sorpresa.
Bulma si voltò lentamente.
Dietro di lei c’era Vegeta, in piedi davanti alla porta della gravity room, che la stava fissando.
Era a torso nudo… com’ era sexy con quello sguardo sempre così imperscrutabile e misterioso…
Mrs. Brief decise di andarsene prima che scoppiasse la tempesta, così disse:
“Ehm… Allora ragazzi io vado, mio marito mi sta aspettando in macchina. Ciao tesoro, ciao Vegeta…”
Poi uscì velocemente.
Si creò un irreale silenzio nella stanza, nonostante si continuasse a sentire il film d’amore che Bulma stava guardando mentre sgranocchiava pop - corn e schifezze varie: uno dei suoi hobby preferiti da quando si era mollata con Yamcha.
Vegeta si mosse.
Mentre passava di fianco a Bulma, con un sorrisino di sfida, la provocò:
“Così è questo che pensi di me, donna?”
Non era rimasto per niente ferito dalle cose che aveva detto su di lui?
“Sì, è questo quello che penso.” rispose sussurrando a testa bassa “Sei solo un uomo crudele ed egoista che fa del male agli altri e basta… Ti odio, non sai nemmeno quanto…Per me tu non esisti, sei solo aria…”
“Già, ma senza aria non si vive… “ rispose lui.
Bulma non disse più niente e, senza guardarlo, corse via e andò nella sua camera.
Vegeta rimase molto stupito di questa sua reazione. Litigavano molto spesso (praticamente ogni volta che si vedevano quindi potete immaginare dato che abitavano nella stessa casa…) ma Bulma si faceva sempre rispettare e non se ne andava se prima non si era sfogata per benino.
Stavolta invece sembrava che soffrisse… E anche se aveva cercato di nasconderlo si vedeva che mentre se ne andava stava piangendo…
E lui non riusciva a capire il perché.
“Forse dovrei andare da lei a vedere se sta bene. “
Ma dopo un attimo tornò sul suo viso la sua tipica espressione da “Sono il principe dei Saiyan non rompetemi i coglioni” e si disse: “ Ma cosa me ne frega di quella stupida terrestre! Non devo farmi influenzare da questi esseri inferiori, non sono come loro. Devo solo pensare ad allenarmi.”
Dopo aver fatto una rapida doccia, si recò in cucina, era ora di cena e aveva una gran fame (come al solito), ma quella sera nessuno gli aveva preparato da mangiare. Di solito era Mrs. Brief ad occuparsi di questo (Bulma non amava cucinare) ma dato che non c’era nessuno, con un’aria di disappunto decise di prepararsi qualcosa per conto suo.
Nel frigo però non c’era molto e comunque un principe come lui non poteva certo mettersi ai fornelli!
Dopo un attimo di indecisione, decise di andare da quella “stupida terrestre” e chiederle di preparare qualcosa. Tanto anche lei avrebbe dovuto mangiare prima o poi, no?


Perché?
Perché si era messa a piangere in quel modo? Lei lo odiava, giusto? Allora perché ci stava così male al pensiero che lui non si fosse per niente offeso a sentire ciò che pensava? Aveva un orgoglio così grande da non permettergli neppure di chiederle perché… Perché aveva detto quelle cose, perché piangeva…
Erano questi i pensieri che attraversavano la mente di Bulma mentre, sdraiata sul letto, stringeva forte a sé il cuscino, desiderando che fosse qualcun’ altro…
“Io lo odio…” si disse . “Ma perché non riesco a capirlo? Perché mi tratta sempre così? Come fa ad attrarmi un uomo con un cuore così pieno di crudeltà? E se lui invece provasse qualcosa per me…?”
Un rumore la distolse da questi suoi sogni.
La porta si era aperta ed era comparso Vegeta, in piedi con la sua solita espressione.
Strinse più forte a sé il cuscino, prima di prenderlo e lanciarlo violentemente contro quell’uomo, quell’uomo che la stava facendo disperare senza sapere perché.
Lui l’afferrò al volo.
“Ma sei scemo? Non si entra così nella stanza degli altri, non hai neanche un briciolo di educazione?” urlò lei ma in realtà non voleva che lui vedesse quelle lacrime.
“La scema sei tu… Io non appartengo alla vostra razza non devo seguire le vostre sciocche abitudini! Dovresti chiedermi scusa per essere sempre così sclerotica!
Bulma si era ripresa ed ora stava in piedi davanti a lui.
“Comunque cosa ci sei venuto a fare qui?”
Un sorrisino comparve sulle labbra di Vegeta.
“Beh, non di certo a vedere come stai, spero che tu non ti sia fatta strane idee…”
A queste parole il suo cuore si infuocò di rabbia. Come poteva essere così crudele?
“Visto che non ci sono i tuoi ed è ora di cena, dovresti essere tu a cucinare, no?”
Non sapeva cosa rispondere. Sarebbero rimasti loro due soli… Non era quasi mai successo. Comunque anche lei cominciava ad avere un certo appetito.
“Allora? Hai perso l’ uso della parola, donna?”
“Certo che no. Ok, farò qualcosa ma lo sai che non sono molto brava.” disse freddamente, mentre si avviava verso la cucina, seguita da Vegeta “Ma non posso certo permettere che il grande principe dei Saiyan si occupi di qualcos’altro oltre ad allenarsi e a malmenare la gente…” disse con sarcasmo.
“Piantala, donna, ci metto un attimo a distruggere te e questo posto!”
Tanto sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Dove sarebbe stato, altrimenti? Nessuno l’avrebbe accolto allo stesso modo di come aveva fatto lei, perché non se ne rendeva conto? Nessun altro avrebbe fatto quello che stava facendo lei: non solo gli offriva il cibo e un posto dove stare, ma anche il suo rispetto (anche se non sempre lo dimostrava) e, se solo lui avesse voluto, anche il suo cuore.
Bulma preparò silenziosamente da mangiare, quando fu pronto si sedettero uno di fronte all’altra ma nessuno dei due parlava. C’era una grande tensione nell’aria. I suoi occhi erano ancora rossi per tutte le lacrime che aveva versato.
“Perché… Perché prima stavi piangendo, donna?” chiese timidamente Vegeta.
Non vedeva l’ora di sentire quelle parole, ma di certo non poteva dirgli la verità…
“Ecco… io … Non avevi detto che non ti importava di me? Allora non farmi domande. “ rispose con rabbia.
Non avrebbe dovuto dire questo… Avrebbe dovuto fargli capire ciò che provava… Ma cosa provava veramente per lui?
Vegeta si alzò.
“Dove stai andando?” chiese Bulma.
Lui la guardò.
“Non sono affari tuoi, donna, comunque ora vado a dormire. Penso di aver sopportato abbastanza voi esseri inferiori per oggi.”
Lei si alzò di scatto e lo fermò prendendogli la mano.
“Allora… allora buonanotte… E scusami per quello che ho detto prima… Non lo pensavo veramente…” balbettò a bassa voce senza guardarlo.
Vegeta la guardò e provò una strana sensazione…
“Lo so… lo so.” disse.
Poi le lasciò la mano e se ne andò verso la sua camera.
Lei rimase qualche minuto ferma così, senza fare niente. Poi decise di andare anche lei a dormire, anche se sapeva benissimo che non ce l’avrebbe fatta.


Vegeta era sdraiato sul suo letto ma era ancora vestito.
Fissava il soffitto. Non che fosse molto interessante, ma sapeva che non sarebbe riuscito a dormire, e questo lo irritava molto. Pensava a cose a cui uno come lui non avrebbe mai dovuto pensare. Quella donna stava piangendo per lui? Ma perché?
Non aveva detto di odiarlo? Allora perché soffriva così? Si odiava quando non sapeva darsi delle risposte.
Continuava a ripensare a quello che era successo…
Ripensava a quando era entrato nella camera di Bulma. Indossava solo una minigonna nera e una canottiera trasparente… Com’era bella…
Si sarebbe voluto perdere nel blu sconfinato dei suoi occhi, in quel lago profondo di tristezza da cui traboccavano le lacrime che poi attraversavano il suo dolce viso e le sue rosse labbra…
Si sarebbe ucciso per questi pensieri.
Un guerriero come lui non poteva pensare a queste sciocchezze!
E poi quella ragazza gli era sempre stata antipatica, anzi, peggio ancora, totalmente indifferente. O forse voleva solo convincersi di questo?
“Ma io sono un principe, no? Il principe dei Saiyan… Allora devo prendermi tutto ciò che voglio… E io adesso voglio quella ragazza…”
Un sorriso di soddisfazione comparve sul suo viso.
Si alzò e si incamminò deciso verso la sua stanza.
La porta era aperta così guardò dentro.
Bulma era distesa nel letto e stava da poco dormendo. Dato che faceva molto caldo indossava solo un paio di mutandine e un reggiseno neri.
La luce della luna che entrava dalla finestra illuminava il suo candido viso e i suoi capelli azzurri sparsi per il cuscino.
Le sue guance erano bagnate di lacrime, come se avesse pianto fino a pochi istanti prima.
Quando Vegeta la vide rimase colpito.
L’aveva sempre vista come una ragazza molto forte e permalosa, invece in quel momento sembrava veramente innocente e indifesa.
Sarebbe rimasto ore a guardarla.
Ora non provava più solo l’attrazione di pochi minuti prima… Era qualcosa di più profondo, che veniva da dentro… Un qualcosa che non aveva mai sentito per nessun’ altro. Non capiva… Non si era mai sentito così strano prima d’ora.
Si sentiva come se avesse un fuoco che stava divampando nel suo cuore.
Per la prima volta nella sua vita non sapeva cosa fare.
Si avvicinò al letto, si sdraiò vicino a Bulma e l’abbracciò.
Aveva quasi paura di romperla, sembrava così fragile.
Poi lei si svegliò, e riconobbe subito le forti braccia che la stavano stringendo.
“Ve… Vegeta…? Sei tu? Ma… cosa….”
Lui le fece segno di non parlare e le diede un lungo bacio sulle labbra.
E si sentì immensamente felice quando sentì che lei lo ricambiava.
Le accarezzò dolcemente i lunghi capelli azzurri.
Poi iniziò lentamente a baciarle il collo e le spalle, tirandole giù gli spallini del reggiseno. Le sue mani scivolarono lentamente ad accarezzare i suoi seni, mentre lei cominciò a sbottonargli la camicia, con foga sempre crescente. Ormai erano entrambi nudi. Vegeta osservava tutta la bellezza e la delicatezza di quella donna che mai era riuscito a vedere.
Bulma si stringeva al suo corpo muscoloso.
Non dissero niente. Lei non credeva che stesse accadendo veramente.
Con lentezza estenuante e con delicatezza Vegeta le tolse le mutandine, le accarezzò le gambe e la torturò con i baci che le dava sui seni e sul ventre.
“Ora tocca a me” disse sussurrando maliziosamente lei.
Cominciò a torturarlo e a riempirlo di baci come aveva fatto lui con lei, lo toccava e lo accarezzava fino a farlo gemere.
Ad un tratto non ce la fecero più; Vegeta penetrò lentamente nel suo corpo, attento a non farle provare troppo dolore.
Alla fine, sopraffatti dal piacere che avevano provato, ricaddero sul letto sudati e ansanti.
Bulma quasi non si accorse quando Vegeta si avvicinò alla sua spalla e, facendo attenzione a non farle male, la morse (quando un Saiyan morde sulla spalla una donna significa che l’ ha scelta come compagna per la vita) .
Dopo qualche minuto i loro sguardi si incontrarono. I loro corpi nudi erano ancora abbracciati teneramente, illuminati solo dalla luce della luna.

Bulma si svegliò ansimando.
C’era completamente buio e un grande, spaventoso silenzio.
Si sentivano solamente le gocce di pioggia che battevano sul tetto.
Sentì freddo e si accorse di essere nuda.
Un brivido le attraversò il corpo.
Lui… lui era ancora lì?
O era stato solo un bellissimo sogno?
Strinse forte a sé le lenzuola.
Si rincuorò quando sentì vicino a lei il suo respiro lento.
Vegeta era ancora lì. Chissà cosa stava sognando?
Avrebbe tanto voluto avvicinarsi di più al lui e farsi stringere dalle sue forti braccia…
Ma non ne aveva il coraggio.
Però si sentiva davvero felice e in pace con se stessa. Come era stata bella quella notte… Non le sembrava ancora vero che Vegeta fosse nel letto vicino a lei.
Non sapeva se avrebbe vissuto di nuovo quelle emozioni o se il sogno era già svanito, ma non voleva pensarci. Voleva solamente godersi la pace di quel momento, vicino all’uomo che amava.
Sì, se ne era resa finalmente conto… L’ amava, e davvero tanto… più di se stessa.
E si pentì di quello che aveva detto il giorno prima.
Vegeta era davvero un uomo orgoglioso, ma non era solo pieno di crudeltà.
Era capace anche di provare dei sentimenti, che non fossero l’odio o il disprezzo.
Era capace di amare.
Un sorriso comparve sulle labbra di Bulma, che dopo poco si riaddormentò, cullando nella sua mente dolci pensieri.


Un raggio di sole entrò nella stanza.
Bulma si svegliò, e si accorse che era già mattina inoltrata.
Aveva smesso di piovere e il cielo era di un bellissimo azzurro.
Si guardò attorno e notò che Vegeta non era lì, ma non si preoccupò molto: lui si svegliava sempre all’alba per cominciare ad allenarsi il prima possibile. Era fatto così.
Probabilmente l’avrebbe trovato nella gravity room.
Si vestì, si pettinò e si truccò con gran cura. Era davvero di buon umore!
Si mise una mini nera e una maglia rossa scollata e si guardò soddisfatta allo specchio.
“Così appena mi vedrà cadrà di nuovo ai miei piedi!” pensò, e si mise a ridere.
Mentre si vestiva si accorse che aveva un segno sulla spalla sinistra e si ricordò che era stato Vegeta a morderla. Si irritò un po’ perché le aveva lasciato davvero un bel segno, ma pensò che doveva esserci una spiegazione per quel gesto.
Ripensava alla notte appena passata e cercava di convincersi che era tutto vero.
“Ma che stupida che sono” pensò “certo che è tutto vero… Il mio amore è stato con me stanotte… Non vedo l’ora di rivederlo”
Poi però cominciò a preoccuparsi per quello che lui le avrebbe detto e come si sarebbe comportato dopo quello che era successo.
Decise di togliersi ogni dubbio e di recarsi subito da lui.
S’incamminò verso la gravity room, ma prima guardò se per caso fosse in cucina.
Non c’era così continuò a camminare lentamente. Aveva le gambe che le tremavano…
Come se stesse andando al suo primo appuntamento!
Però aveva molta paura della reazione di Vegeta… Quell’uomo era davvero imprevedibile.
Arrivò davanti alla porta della stanza. Riportò la gravità normale ed entrò.


Si guardò attorno e si accorse che non c’era nessuno.
Molto stupita, uscì frettolosamente da quella stanza e cominciò a cercarlo con agitazione in tutti gli angoli della casa, ma non c’era. Com’era possibile? Dove poteva essere andato?
Sentì dei rumori, così uscì e andò in giardino.
C’era Vegeta davanti ad una navicella , dove stava salendo.
Si girò e guardò stupito la ragazza.
“Ti sei svegliata, donna?” chiese lui.
“Dove… Dove stai andando?”
Bulma era terrorizzata. Provava una strana sensazione.
No, non poteva finire così, lui non poteva andarsene…
“Sto partendo, non lo vedi?” rispose lui “Ormai mi sono stufato di questa città, non sono abituato a stare troppo tempo in un posto.”
Bulma stava per scoppiare a piangere.
“Ma non puoi andartene e lasciarmi così!!! Ma perché non puoi restare qui con me?”
“E perché dovrei? Io sono il principe dei Saiyan, posso fare quello che voglio, non credi?”
Cominciò a salire la scaletta per entrare nella navicella.
Bulma lo seguì e lo bloccò.
“Ma stanotte per te non ha significato niente?” chiese lei ormai con le lacrime agli occhi. “Io… Io pensavo che noi…”
Vegeta la guardò freddamente.
“Che noi cosa, donna? Cosa credevi? Che io sarei rimasto qui con te per sempre e magari ti avrei sposata? Sei patetica! E’ solo che ieri notte ne avevo voglia e così… Sono venuto da te. Nient’altro.”
Sul suo viso comparve un sorrisino, mentre Bulma lo guardava esterrefatta e gli lasciò il braccio.
La maglia della ragazza lasciava intravedere le spalle e Vegeta rivide il segno che le aveva lasciato quella notte, e provò una stretta allo stomaco. Perché l’aveva fatto?
“Addio, donna.” furono le sue ultime parole prima di andarsene.
Quando la navicella sparì nel cielo a Bulma sembrò che se ne andasse anche una parte di sé.
“Addio, Vegeta, amore mio…” sussurrò prima di scoppiare in lacrime.


“Bulma, tesoro, non fare così… Vedrai che tornerà presto! Lui in realtà ti vuole bene.”
“No mamma, io so che non tornerà mai più… Mi ha lasciata per sempre… E non ha mai provato niente per me.” disse tra i singhiozzi.
I genitori di Bulma erano tornati quella sera dal loro viaggio di lavoro, ed avevano trovato la loro figlia inginocchiata in giardino che piangeva osservando il cielo.
Dalla mattina non si era mossa da lì, e loro a fatica erano riusciti a riportarla in casa e a farsi spiegare a grandi linee quello che era accaduto.
Cercavano di rincuorarla e farle credere che tutto sarebbe andato a posto, ma… Sapevano benissimo in cuor loro che Vegeta non sarebbe mai più tornato.


“ Dieci minuti all’arrivo sul pianeta Dkvork”


Annunciò la voce meccanica della navicella.
Smise di allenarsi e riportò la gravità a livello normale. Prese una salvietta e si asciugò il sudore. Poi indossò una battle suite.
Era da tanto tempo che non la metteva… Già, su quello stupido pianeta doveva vestirsi come quei maledetti esseri inferiori…
Osservò lo spazio infinito attraverso i grandi vetri della navicella.
Guardava verso la Terra, anche se sapeva benissimo di non poterla avvistare: ormai era partito da circa un mese.
“Stupido pianeta…” pensò “E stupidi abitanti… Volevate farmi diventare come voi ma io… io sono diverso. Io sono nato per combattere.”
Ripensò a quella maledetta ragazza dai capelli azzurri che non riusciva a togliersi dalla mente.
“Maledizione!” urlò “Devo concentrarmi! Io…”
Ma una voce interruppe le sue riflessioni.


“ Atterraggio sul pianeta Dkvork effettuato”


Vegeta scese dalla navicella e si guardò intorno. Era davvero un bel pianeta da conquistare, e lui non vedeva l’ora di poter far fuori tutti i suoi abitanti, come aveva fatto nei giorni scorsi con gli altri due pianeti che aveva visitato. Sul primo dove si era recato era persino riuscito a trovare due valorosi guerrieri che pur di non farsi uccidere avevano deciso di aiutarlo nella conquista dei pianeti migliori.
Loro avevano PAURA di lui.
Quanto gli erano mancate queste cose!


Il sole era già scomparso da un pezzo ma lei non riusciva a dormire.
Osservava il buio della stanza, come faceva ormai da tanti giorni.
Come aveva potuto farle questo? L’aveva illusa, l’aveva usata… Era solo un bastardo.
Come aveva potuto credere anche solo per un secondo che il grande Vegeta provasse qualcosa per lei?
Si sentiva veramente umiliata.
L’aveva amato per tanti mesi senza rendersene conto, ed ora che finalmente le sembrava che anche lui provasse qualcosa …
Era stata solo un’illusione, il dolce sogno di una notte.
Eppure non riusciva ancora a credere che per lui fosse stato soltanto sesso.
Il modo in cui l’accarezzava e la toccava, lo sguardo dolce con cui l’aveva guardata quando erano abbracciati… Doveva per forza provare qualcosa per lei!



Non ce la faceva più. Non poteva più rimanere in quello stato.
Ormai erano passati diversi giorni da quando se ne era andato e la speranza che lui tornasse si faceva sempre più remota.





Ormai non aveva più nemmeno la forza di piangere.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter tornare a quella notte… Per poter sfiorare le sue labbra ancora una volta, accarezzare il suo corpo…





Si alzò dal letto, si mise una vestaglia e cominciò a girare per la casa. Anche i suoi genitori erano a letto da un po’, quindi tutte le luci erano spente.
Entrò in camera dei suoi e vide che dormivano.
“Mi dispiace… Non vorrei farlo ma non posso resistere” sussurrò, prima di mandare loro un bacio con la mano.
“Addio…”
Tornò nella sua camera, e silenziosamente si vestì. Poi prese una borsa e vi mise dentro alcuni vestiti, soldi e una capsula – casa.
Infine prese carta e penna e scrisse:


“Cara mamma e caro papà, mi dispiace andarmene via così ma devo farlo. Io voglio ritrovare Vegeta, il mio amore o, se non ci riesco, almeno ritrovare la mia vita. Spero di tornare un giorno. Per favore non odiatemi e non abbiate paura per me.Vi voglio bene. A presto”
Bulma


Lasciò il biglietto sulla scrivania della sua camera, sicura che quando la mattina dopo sua madre l’avrebbe letto, sarebbe svenuta. Ma non poteva fare altrimenti. Doveva ritrovare Vegeta e fargli sapere quello che provava per lui… Forse così sarebbe ritornato da lei.
Prese la navicella col motore più potente che avesse costruito suo padre e la portò in giardino.
Guardò, per quella che pensava sarebbe stata l’ultima volta, la sua casa e si incamminò tentennando per la scaletta.
Richiuse l’entrata dietro di sé.
Stabilì la rotta per Xmeiu, un pianeta di cui spesso aveva parlato Vegeta, perché sembrava che fosse molto ambito per le sue ricchezze. Non era molto lontano dalla Terra, ci sarebbe arrivata in poche ore.
Sospettava che quella fosse la sua meta, ma non ne era affatto sicura.
Sospirò pensando alla pazzia che stava compiendo.Forse era ancora in tempo per rinunciare…


“Decollo immediato, rotta Xmeiu”
Ormai era decisa. Doveva ritrovare Vegeta. Non si rendeva conto che non sarebbe stato così facile.


“Maledizione… E se non fosse su questo pianeta? In un mese può essere arrivato anche lontanissimo ma non posso di certo setacciare tutto l’Universo… Anche se per lui lo farei…E anche se dovessi trovarlo, cosa cavolo gli dirò? Mi odierà per averlo seguito…”
Bulma pensava mentre mangiava l’ennesima tavoletta di cioccolato.
“Sono proprio pazza…”
Mancavano ormai pochi minuti all’arrivo.
“Atterraggio su Xmeiu”
Bulma controllò che l’aria del pianeta fosse respirabile, poi, verificato questo, scese dalla navicella. In realtà il posto non sembrava per niente abitabile: tutto era stato distrutto, sembrava che ci fosse appena stato un tornado e che avesse spazzato via qualsiasi cosa.
Oppure erano passati dei barbari.
“Ma certo!” pensò speranzosa “probabilmente non mi sbagliavo, Vegeta è stato qui… E magari è ancora su questo pianeta!”
Si incamminò per farsi un’idea del posto dove si trovava e anche dei pericoli che poteva correre. Passò attraverso un villaggio completamente deserto; sembrava che non ci fosse nessun essere vivente. Un brivido le percorse la schiena. Era completamente sola in un posto sconosciuto… Wow.
Si sedette un attimo su una roccia per riflettere a cosa fare, mentre osservava il grigiore di quel cielo avverso.


“Ehi, Vieniv, il mio scouter ha appena rilevato un’aura non molto lontano da qui, la senti?”
“Sì, hai ragione, è molto debole ma la percepisco. Andiamo a vedere?”
“Certo, il principe si è raccomandato di sterminare completamente la popolazione di questo pianeta per poi poterlo vendere e siamo obbligati ad eseguire i suoi ordini.”
“Certo, ma solo finché non realizziamo il nostro piano… Lo faremo pentire di averci obbligato ad allearci con lui e ad avere ucciso la nostra gente! Quando lo raggiungeremo su Dkvork lo aspetterà una bella sorpresina…”
Una risatina riecheggiò nell’aria.
I due alieni continuavano a parlare mentre volavano verso l’aura che avevano percepito.
Alla fine intravidero una navicella e poco distante un villaggio dove si trovava l’unico essere vivente a parte loro presente su quel pianeta.
Si nascosero dietro un’abitazione.
“Doeke… E’ una donna. Cosa ne facciamo? Non penso che possa ostacolarci.”
“Hai ragione ma il principe potrebbe non essere d’accordo con il lasciarla andare. Potremmo rapirla e poi chiedere a lui cosa vuole farne.”
“Sì sono d’accordo. Tanto non sarà un problema, il suo livello di combattimento è talmente basso!”


Bulma si era da poco rialzata e aveva deciso di ripartire con la navicella e spostarsi su un’altra parte di quel pianeta: ormai era chiaro che lì non c’era nessuno.
Ad un tratto sentì una strana sensazione.
Si sentì afferrare per i fianchi da due grandi mani e poi le si parò davanti uno strano essere, che le mise sul naso un bel fazzoletto al cloroformio.
“Vegeta, ti prego aiutami…”
La ragazza era terrorizzata e tentò di divincolarsi, ma prima di riuscire a liberarsi cadde svenuta.


“Non c’è gusto… Ormai ho conquistato anche questo pianeta… Ho scelto proprio una popolazione debole. Rimpiango i combattimenti con Kaaroth…” pensò Vegeta, per poi pentirsene subito. Aveva deciso di non ripensare mai più a quell’insulso pianeta e a nessuno dei suoi abitanti… NESSUNO.
“Bulma…” sussurrò. L’aveva percorso una strana sensazione, che non riusciva ad ignorare.
Si accorse che lo stavano chiamando sullo scouter (il cell dei Saiyan, in pratica).
“Sì, cosa vuoi Vieniv? State arrivando, spero, non è così? Dobbiamo trovare altri pianeti da conquistare.”
“Sì Vostra Altezza, arriveremo tra poche ore, perché c’è stato un imprevisto. Abbiamo sterminato tutta la popolazione, ma poi è arrivata un’aliena, credo una terrestre. L’abbiamo rapita e stiamo usando la sua navicella per venire da voi. Cosa dobbiamo farne?”


Di nuovo quella sensazione…


“Cosa pensi di doverne fare? Uccidetela immediatamente, razza di incapaci!!”
“Ma, veramente” replicò l’altro “Non credo che possa darci fastidio, possiamo anche abbandonarla da qualche parte.”
“Osi contraddire il tuo principe?! D’accordo, se voi non avete il fegato per farla fuori, ci penserò io quando arriverete qui. Che tipo di navicella state usando?2
“E’ come la vostra, anzi credo che sia uguale.”


Un brivido…


“Uguale? E’ della Capsule Corporation, per caso?”
“Sì esatto, Vostra Altezza.”
“E… la ragazza… descrivimela…”
“Cosa…? Non riesco più a sentirla…”
La comunicazione si interruppe.
“Maledizione!” pensò Vegeta “E se fosse…? No, è impossibile, non potrebbe averlo fatto.”
Vegeta aspettava con impazienza l’arrivo della navicella per chiarirsi tutti i dubbi.


“Dove sono? Sono già morta?”
Era passata circa un’ora dalla partenza e Bulma si stava risvegliando.
Con grande stupore si accorse di trovarsi a bordo della sua navicella.
“Siamo stati davvero fortunati ad incontrare quella terrestre, così ora possiamo utilizzare la sua navicella per andare su Dkvork dal principe.”
Bulma sentì delle voci vicino a lei e fece finta di essere ancora addormentata per poter ascoltare. Principe…?
“Già. Speriamo solo che non ci rompa troppo. Come pensi di organizzare la nostra vendetta?”
“Semplice, dopo che saremo arrivati sul pianeta e lui avrà ucciso la ragazza, noi due lo attaccheremo… Non potrà batterci se saremo due contro uno, anche se dice di essere molto forte. Così la pagherà.”
“Andiamo a vedere se quella scocciatrice si è svegliata?”
Si recarono dove avevano lasciato Bulma, che fece finta di rinvenire in quel momento.
Si alzò in piedi, afferrò il bastone che si era portata e urlò:
“Provate ad avvicinarvi e vi ammazzo!”
“Ma cosa credi di fare, gallina! E smettila di urlare!” rispose Veniv “Ora stiamo andando dal nostro principe, e sarà lui a farti fuori, non temere. E poi… Anche lui farà la tua stessa fine…”
“Ma sei scemo?” gridò Doeke “Non spifferare i nostri piani, potrebbe intralciarci!”
“Dai, non rompere, tanto Vegeta la ucciderà subito, senza nemmeno sapere come si chiama… Pensi che lei abbia il tempo per raccontargli quello che è successo?!”


Il cuore di Bulma si fermò per un istante.


Vegeta…


“Vegeta… Avete detto proprio questo nome…?”
I due alieni la guardarono.
“Sì, è il nome del principe dei Saiyan, anche noi ora siamo ai suoi ordini. Tu sei terrestre, vero? Beh, potresti anche conoscerlo, anche lui è vissuto su quel pianeta per un po’.”
I due dovettero pensare che quella donna avesse perso l’uso della parola o volesse risparmiare il fiato per dire il rosario prima di morire, perché non pronunciò più una parola per tutto il viaggio.
Non riusciva nemmeno a pensare, era completamente paralizzata.
“Vegeta…”


Atterrarono sul pianeta dopo poco tempo.
La scaletta si aprì, i due alieni scesero lentamente tenendo ferma Bulma, non sapendo che non vedeva l’ora di incontrare il suo futuro assassino.
Quegli attimi le sembrarono interminabili.
Il principe si trovava già dove erano atterrati.
“Salve, Vostra Altezza. Ecco, le abbiamo portato la terrestre di cui le ho parlato. Credo sia meglio che la uccida subito.”
Era voltato di spalle, ma Bulma poteva riconoscere perfettamente il suo corpo, i suoi capelli neri, le sue mani.
Si voltò. I loro sguardi si incontrarono, come quella notte stupenda.
Fu un istante, ma lei si sentì morire.
Si voltò di nuovo.
“Voi andatevene immediatamente” ordinò Vegeta ai due alieni.
“Ma… Veramente noi…”
I due lasciarono andare Bulma e quest’ultima vide che si stavano preparando all’attacco e uno di loro stava tirando fuori una spada.
“Eh, no, principino… Stavolta non ci scapperai…Ce la pagherai cara!” urlò Vieniv.
“Attento Vegeta vogliono ucciderti!!” gridò Bulma.
Il principe si voltò di scatto.
Vieniv lo stava per accoltellare alle spalle, ma Bulma con grande coraggio si mise in mezzo e venne ferita alla spalla… La stessa spalla dove Vegeta aveva lasciato il segno indelebile del suo amore.
La ragazza cadde a terra, e la sua maglietta cominciò a macchiarsi di sangue.
Gli occhi del Saiyan si infuocarono.


“Come avete osato fare del male alla mia donna?! Vi ucciderò bastardi!!!”
Riuscì facilmente a batterli. Avevano davvero sottovalutato la sua enorme potenza.

Guardò i loro corpi ormai morti con infinito disprezzo.
Poi si avvicinò a Bulma, e la prese in braccio.
Stava molto male e perdeva parecchio sangue.
“Ve… Vegeta…” sussurrò con un filo di voce “Ti amo…”
Lui la guardò intensamente.
“Shhh, non parlare. Ora ti curerò io, non preoccuparti.”
La guardò e vide le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
“Anch’io ti amo, Bulma…”
La portò sulla navicella.
“Dove stiamo andando?” chiese lei.
Vegeta sorrise.
“Si torna a casa, finalmente.”
Dopo aver inserito le coordinate per la Terra si occupò della sua donna, come l’aveva chiamata prima.
La fece sdraiare su un lettino, le sfilò lentamente la maglietta, le disinfettò e le fasciò la spalla. Vide il segno del morso.
“Il morso che ti ho fatto sulla spalla…”
Bulma lo guardò.
“… significa unione… Pensavo volessi saperlo.”
Lei gli sorrise.
Poi Bulma si addormentò per qualche ora. Vegeta la osservava. Era così bella. Si sentiva così in pace in quel momento… Ma non riusciva ancora a perdonarsi per quello che era successo. Era stata tutta colpa sua. E lei aveva cercato di difenderlo anche a costo della vita. Era stata pura fortuna che la spada non l’avesse colpita in un punto vitale.
Se fosse morta lui… lui non avrebbe saputo cosa fare.
Ma per fortuna Bulma era ancora lì, e lui poteva rimediare a tutti gli errori che aveva commesso. Non se n’era andato per poter conquistare nuovi pianeti… Era scappato da lei e dai sentimenti che provava e che aveva paura di provare. Era scappato dalla sua felicità. Ma non avrebbe mai più fatto un errore del genere.
Quando Bulma si svegliò tentò di spiegarle tutte queste cose, ma sembrava che lei sapesse già tutto.
“Vegeta… Quando te ne sei andato, quel giorno… Io… Io ho provato un gran vuoto dentro e mi sono sentita morire… Per quello ho deciso di ritrovarti… Non sei arrabbiato, vero?”
“No, piccola, non preoccuparti… Non ti lascerò mai più.”
La baciò dolcemente sulle labbra e rimasero abbracciati fino all’arrivo sulla Terra.


Appena sentirono il rumore scesero in giardino.
Erano circa le 9 p.m.
I genitori di Bulma erano preoccupatissimi, ma si rincuorarono quando videro scendere dalla navicella Vegeta che teneva tra le braccia la loro piccola Bulma.
“Tesoro! Sei tornata finalmente!”
Entrarono tutti insieme in casa, fra le lacrime generali.


“Che ne dici di ricominciare daccapo, dimenticandoci di tutto?”sussurrò Vegeta, avvicinandosi al letto di Bulma.
Era notte fonda, Vegeta aveva deciso di raggiungere la ragazza nella sua camera.
Lei per tutta risposta gli diede un bacio sulle labbra.
“Non ce n’è bisogno, amore. Ora io ti amo ancora di più…”
Vegeta andò sotto le lenzuola con lei, cominciò a baciarla teneramente e a spogliarla.
“Ti prometto che domattina, quando ti sveglierai, mi troverai qui di fianco a te…”
Bulma gli sorrise.
“Non sai quante volte ho sognato di sentirtelo dire…”
La tenue luce della luna illuminava il loro amore, ancora una volta e per tante altre volte ancora…


 
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angysayan
view post Posted on 24/4/2012, 22:31




non e Vero vegeta non si mai innamorato di Bulma perche il vero amore fa ricrescere la coda e allora ne lui ne Goku amano veramente
 
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boccasi
view post Posted on 17/8/2012, 10:29




questa storia e bellissma :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
 
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lady snape
view post Posted on 22/6/2013, 09:07




:.winner is.: :.immno.: :.immno.: :.immno.: caspita.... ma è meravigliosaaaaaaaaa!!! io adoro Vegeta e Bulma!!!!!!
 
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3 replies since 7/5/2009, 12:27   9020 views
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